22/08/2015
Pubblicate le graduatorie regionali/provinciali del bando Inail, per il miglioramento di salute e sicurezza sul lavoro nei settori dell’agricoltura, dell’edilizia e dell’estrazione e lavorazione dei materiali lapidei. Prorogato al 30 ottobre il termine per la conclusione dell’attività istruttoria presso le Direzioni regionali Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Sardegna e Sicilia.
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http://www.inail.it/internet/default/INAILcomunica/postit/p/DettaglioPostIt/index.html?wlpT1405290831389345366126_contentDataFile=UCM_187022&_windowLabel=T1405290831389345366126
22/08/2015
La Prevenzione a fumetti aiuta i più piccoli a evitare gli infortuni. Guida molto utile anche per i genitori.
Realizzata dalla direzione Piemonte, la pubblicazione utilizza illustrazioni accattivanti e dialoghi spiritosi per richiamare l’attenzione su comportamenti e situazioni a rischio sia in ambienti di vita che di lavoro. Lanza: “Trattare con leggerezza un tema fondamentale nell’educazione dei giovanissimi”
Navicelle spaziali, alieni-turisti e una terra dove l’imprudenza e l’approssimazione sembrano – almeno in un primo momento – regnare sovrane. È questo lo “scenario” della seconda edizione dell’opuscolo a fumetti “La prevenzione…è di questo mondo”, curato dalla direzione territoriale Inail Piemonte con testi e disegni di Paolo Virelli, ideato per sensibilizzare bambini, adolescenti e studenti sul tema della prevenzione.
Vignette divertenti illustrano i pericoli quotidiani. A condurre i più piccoli in un viaggio alla scoperta del mondo della prevenzione è un gruppo di simpatici marziani incuriositi dal “selvaggio pianeta-uomo”. Nel corso delle loro peregrinazioni gli alieni avranno modo di osservare, in particolare, “i luoghi e le tecniche di lavoro del curioso essere umano adulto”: un contesto dove – nonostante alcuni incidenti di cui sono testimoni – si accorgeranno che i terrestri hanno già scoperto il valore della prevenzione e che, malgrado qualche sbadataggine, superficialità e disattenzione, molti passi avanti sono stati fatti sul versante della sicurezza. L’opuscolo, la cui prima edizione risale al 2000, descrive in poche pagine sia i comportamenti a rischio in alcuni dei principali ambiti professionali come l'agricoltura e l'edilizia sia quelli rispettosi della prevenzione, concentrandosi in particolare sull'uso corretto dei dispositivi di protezione individuale.
“Imparare oggi per vivere e lavorare più sereni domani”. “Le illustrazioni accattivanti e i dialoghi spiritosi di questo opuscolo trattano con leggerezza un tema fondamentale nell’educazione dei giovanissimi e lanciano uno slogan che può sorprendere per la sua semplicità: “Piccoli accorgimenti possono evitare grandi problemi!” – sottolinea il direttore regionale Inail Piemonte, Alessandra Lanza – A volte alcuni rischi sono talmente evidenti da passare inosservati per abitudine, distrazione, imprudenza, negligenza o scarsa informazione, dunque è fondamentale incominciare fin dai primi anni di scuola ad imparare a riconoscerli”.
22/08/2015
IL SETTORE PIROTECNICO IN ITALIA UNA STATISTICA DAL 2010 AD OGGI 26 INFORTUNI MORTALI SU UN BACINO DI UTENZA DI NON PIU' DI 500 ADDETTI COMPLESSIVI.
22/08/2015
ITALIA SICURA : INVESTIMENTI IMPONENTI PER LA COSTRUZIONE DI EDIFICI A SFONDO SOCIALE.
L’iniziativa è rivolta agli enti pubblici sia per il completamento di opere i cui lavori siano già in corso, sia per progetti immediatamente cantierabili relativi a nuove costruzioni o la messa a norma di edifici esistenti. Tra le tipologie interessate residenze universitarie, strutture sanitarie e assistenziali e scuole
ROMA - È stato pubblicato oggi in Gazzetta ufficiale l’avviso per la raccolta di manifestazioni di interesse rivolto ad amministrazioni ed enti locali per realizzare iniziative immobiliari di elevata utilità sociale tramite investimenti Inail. Le tipologie di edifici interessati comprendono residenze universitarie, strutture sanitarie e assistenziali, uffici pubblici, scuole e altri immobili destinati a utilizzo con finalità sociali.
Ammesse le opere con un costo di almeno tre milioni. Gli interventi riguarderanno il completamento di nuovi edifici i cui lavori siano già in corso, ma anche progetti immediatamente cantierabili relativi a nuove costruzioni, o la messa a norma di edifici esistenti. L’Inail si farà carico dei costi dell’operazione, richiedendo alle amministrazioni di corrispondere un canone di locazione determinato – a titolo indicativo – nella misura del 3% del costo complessivo dell’opera di cui acquisisce la proprietà. Saranno ammessi alla programmazione investimenti con un costo complessivo non inferiore a tre milioni di euro.
De Felice: “L’Istituto strumento della politica economica e sociale”.“Con questa iniziativa – sottolinea il presidente dell’Inail, Massimo De Felice – si permette all’Istituto di potenziare il suo ruolo di strumento della politica economica e sociale. L’investimento nel settore dell’edilizia è un forte contributo alla ripresa del trend di crescita dell’economia e garantisce all’Inail redditi a tutela della solvibilità. Avere scuole e residenze universitarie col ‘marchio Inail’ sarà un efficace mezzo di pubblicità verso le nuove generazioni e potrà consentire un’azione più diretta nell’educazione al lavoro sicuro”.
Galimberti: “Una risorsa preziosa per le amministrazioni”. Laura Galimberti, coordinatrice della Struttura di missione per l’edilizia scolastica della Presidenza del Consiglio dei ministri, esprime “grande soddisfazione per questo importantissimo accordo con l’Inail, che ha inserito l’edilizia scolastica tra le tipologie immobiliari di elevata utilità sociale. Il progetto si pone come preziosa e importante risorsa a favore degli enti locali che aspettano da tempo di poter realizzare delle scuole nuove”.
Le domande dovranno essere inviate entro il 15 settembre. Le amministrazioni e gli enti locali interessati alla selezione dovranno trasmettere la propria domanda, corredata da una relazione descrittiva del progetto di massimo quattro pagine in formato A4, entro il 15 settembre 2015, all’indirizzo investimentisociali@governo.it. Le manifestazioni di interesse saranno raccolte all’interno di un decreto del presidente del Consiglio dei ministri e trasmesse all’Inail per la valutazione di compatibilità tecnica, economica e finanziaria e la successiva regolamentazione dei reciproci rapporti.
LA TRAGEDIA DI MARCINELLE NON HA CAMBIATO NE INSEGNATO NIENTE
Sabato 8 agosto ricorre il cinquantanovesimo anniversario di una delle più tremende tragedie della storia del lavoro e del movimento operaio. Nel 1956 a Marcinelle, nella miniera di carbone del Bois du Cazier, un rogo tremendo bruciò la vita di 262 minatori. Tra questi, 136 italiani. Una piccola parte delle decine di migliaia di lavoratori di ogni regione del nostro paese che, in ossequio a un accordo che il governo italiano aveva stipulato con il governo belga nel 1946, rappresentavano la contropartita di forza lavoro in cambio della fornitura di carbone all’Italia.
La terribile sciagura di Marcinelle squarciò, come un lampo improvviso, il buio sulla situazione miserevole in cui gli immigrati, non solo italiani, vivevano ai margini degli impianti minerari. Baracche di lamiera un tempo destinate a usi militari erano state trasformate in alloggi per i minatori e per le loro famiglie, che vivevano, spesso con molti bambini, in un contesto precario e carente quanto a igiene e salute. Gli orari e le condizioni di lavoro nella miniera erano sfiancanti e distruttivi, per le polveri respirate e per l’attività prestata a centinaia di metri sottoterra in posizioni scomodissime e in spazi troppo ristretti, con patologie ricorrenti e gravi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico. Ma soprattutto gli immigrati in Belgio, e in particolare gli italiani, sperimentavano l’ostilità, l’atteggiamento discriminatorio, le pratiche razziste da parte delle comunità locali. Il termine “italiano” era diventato, nel Belgio di quegli anni, il sinonimo di persona sgradita, di essere umano di categoria inferiore, a cui proibire l’ingresso nei caffè e nei locali pubblici e a cui non dare le case in affitto.
Proprio l’enormità della tragedia di Marcinelle, però, permise una generale presa di coscienza quanto all’inaccettabilità di quella situazione e diede vita a un processo di progressiva integrazione degli immigrati nel tessuto sociale e civile e, in generale, nella vita pubblica del Belgio, nazione che oggi vede tanti italiani di seconda e terza generazione protagonisti di primo piano nella politica, nella cultura, nello spettacolo, nello sport.
È inevitabile, proprio alla luce della vicenda di Marcinelle, il paragone con l’attualità, con ciò che avviene oggi. Ed è amaro constatare come l’Italia e l’insieme degli Stati europei, che sembrano nel pieno di un’amnesia collettiva sul proprio passato e sulle ragioni fondative del processo di costruzione dell’Unione Europea, non riescano a trarre dalla storia i giusti insegnamenti e a far sì che gli errori del passato non si ripetano più.
L’idea del lavoro, l’idea dell’importanza e della considerazione della funzione sociale – prima ancora che economica – del lavoro sono retrocesse nella scala dei valori imposti dal neoliberismo affermatosi incontrastato su scala mondiale. Sono arretrate, di pari passo, la condizione generale dei lavoratori, la capacità di tutela dei loro diritti, l’efficacia dell’azione collettiva dei sindacati, in un processo nel quale la chiusura identitaria, la dimensione individuale, la paura e l’egoismo sociale hanno pian piano cominciato ad avere la meglio, insieme al diffondersi di precarietà e incertezza nel lavoro e alla generale tendenza verso la diminuzione e l’impoverimento dei salari.
In questo contesto, specie nel nostro paese, l’approccio complessivo alle questioni che riguardano la salute e la sicurezza sul lavoro resta largamente insoddisfacente, come se appunto le grandi tragedie del passato non abbiano insegnato nulla. Ancora oggi, in Italia, si registra un numero elevatissimo di infortuni mortali nei luoghi di lavoro, per una macabra media di tre decessi al giorno legati a incidenti sul lavoro. A mo’ di esempio, basterebbe solo ricordare la recentissima esplosione di Modugno, in provincia di Bari, dove in una fabbrica di fuochi d’artificio hanno perso la vita nel medesimo incidente ben dieci lavoratori. Oppure l’angosciosa sequenza dei morti di caldo e di fatica per raccogliere pomodori e uva nelle campagne del Mezzogiorno, la fine delle vite di Mohamed, di Paola, di Zaccaria.
Ma il passato sembra non insegnarci nulla anche nel campo delle politiche dell’integrazione e dell’accoglienza dei lavoratori e delle lavoratrici migranti, dei rifugiati, dei richiedenti asilo, di tutti gli esseri umani che, qualunque sia la ragione che li muove, cercano un futuro e una prospettiva migliore per sé e per i propri cari. Esattamente come hanno fatto per generazioni i lavoratori italiani che hanno lasciato il nostro paese per cercare altrove fortuna, successo e benessere. E come continuano a fare, ancora oggi, tantissimi giovani italiani che devono emigrare per lavorare e affermarsi.
Al fenomeno delle migrazioni, l’Europa risponde pressoché ovunque con la faccia feroce delle politiche securitarie e della gestione del problema come questione di polizia e di ordine pubblico. Dunque tornano barriere e muri, in Europa, insieme a fenomeni di vero e proprio razzismo, di rifiuto di ogni diversità, di progressiva rarefazione di quei principi di tolleranza e solidarietà che hanno segnato sino ad ora il comune percorso europeo. Come le barriere di metallo sormontate da lame affilate che le autorità spagnole hanno costruito nelle enclave marocchine di Ceuta e Melilla per impedire il passaggio di migranti in territorio spagnolo. O come il muro di oltre 150 chilometri che l’Ungheria sta per realizzare lungo il confine con la Serbia, un’immagine che da sola riesce a evocare immagini e fantasmi di un passato non troppo lontano, fatto di eserciti in guerra e di nazioni in conflitto.
Un passato evocato anche dalle immagini di quei vagoni sigillati nei quali le autorità ungheresi hanno fatto viaggiare, in condizioni disumane, migranti provenienti dalla Siria e dall’Afghanistan. Immagini che fanno il paio con le scene che, ormai da mesi, vediamo a Ventimiglia o a Calais, dove sembra che i principi di umanità siano svaniti nel nulla e dove alle richieste di aiuto di esseri umani in fuga da fame, miseria, guerra, disperazione, persecuzioni razziali o politiche o religiose, si risponde con l’implacabile diniego burocratico e con la minaccia di liberare i cani per impedire l’attraversamento dei confini da parte dei migranti.
24/08/2015
IN ITALIA CI SONO OLTRE 7000 IMPRESE NEL SETTORE TURISTICO. UN SETTORE DAI RISCHI NOTEVOLI DA NON SOTTOVALUTARE
24/08/2015
IN ITALIA CI SONO OLTRE 7000 IMPRESE NEL SETTORE TURISTICO. UN SETTORE DAI RISCHI NOTEVOLI DA NON SOTTOVALUTARE